Rieducazione posturale
Dicembre 8, 2023Traumatologia sportiva
Dicembre 8, 2023La rieducazione propriocettiva è una riprogrammazione neuromotoria ottenuta attraverso specifiche stimolazioni dell’intero sistema neuro-motorio
Il trauma
Occorre considerare che, quando siamo in presenza di un trauma, le lesioni anatomiche interessano anche i recettori sensoriali con conseguente alterazione dei meccanismi propriocettivi ossia della “lettura” dello spazio circostante, da parte dei recettori, e della trasmissione delle informazioni alle strutture nervose centrali; le conseguenze pratiche saranno carenza/distorsione della coscienza della posizione nello spazio delle varie parti del corpo e della loro coordinazione nel movimento.
D’altra parte anche per ottenere la massima efficienza nelle prestazioni sportive e nei gesti quotidiani, è indispensabile un ottimale “controllo” neuro-muscolare-articolare. Rieducare i riflessi propriocettivi risulta fondamentale, oltre che per fini riabilitativi, anche per le performance sportive e come prevenzione in generale. Essa pertanto andrebbe sempre inserita in un programma di esercizio fisico
La tecnica
La tecnica della ginnastica propriocettiva consiste in una continua stimolazione dei recettori periferici, attraverso i quali vengono attivati i circuiti nervosi propriocettivi, tramite specifiche sollecitazioni articolari destabilizzanti (con diversi gradi di carico e difficoltà), che consente di ottimizzare le risposte muscolari, sia in termini di velocità che di precisione, assorbendo l’effetto destabilizzante in maniera fisiologicamente cibernetica anziché subirlo. Ricerche sulla corteccia motoria hanno dimostrato che essa è organizzata non tanto in base alle aree topografiche corporee quanto piuttosto relativamente a specifici movimenti corporei complessi indirizzati nello spazio verso un obiettivo definito. Da ciò ne consegue che un movimento eseguito immaginando (visualizzando), ad es., di afferrare, respingere o disegnare un oggetto coinvolge il sistema nervoso molto più dello stesso gesto eseguito solo meccanicamente, stimolando e sviluppando in tal modo la propriocezione di quella specifica articolazione o area corporea. Il passo successivo è creare schemi motori (engrammi) sempre più complessi, attraverso specifiche sollecitazioni coordinative di più distretti corporei
Il sistema
Il sistema Pro kin è un sistema alternativo in grado di cambiare sostanzialmente l’approccio riabilitativo, cercando di associare soluzioni tecnologiche avanzate con la funzionalità meccanica della classica tavoletta propriocettiva proposta da Freeman e Wyke.
Il sistema è costituito essenzialmente da una scheda di acquisizione dati in grado di tradurre elettronicamente tutti i minimi spostamenti angolari compiuti da una sofisticata pedana mobile. Quando il paziente muove con l’arto in appoggio la pedana mobile, la scheda di acquisizione invia i dati di ogni singolo movimento direttamente al personal computer il quale li elabora e permette di visualizzare sul monitor un tracciato strettamente relazionato al movimento della pedana mobile
Il risultato ottenuto è di grande utilità sia per il paziente che per l’operatore: il paziente può disporre di un continuo feedback visivo, informazione che manca nella classica tavoletta propriocettiva, che gli consente di stabilire un rapporto di confronto tra ciò che “sente” a livello cinestesico, cioè relativo a una sensazione collegata al movimento, e ciò che realmente produce motoriamente. In sostanza il paziente è in grado di ricostruire gradualmente la corretta mappa delle sensazioni propriocettive, ovvero quelle sensazioni che informano il paziente sulla posizione del proprio corpo e delle sue parti
I vantaggi
Gli evidenti vantaggi che l’utilizzo di Pro Kin offre sia al paziente che all’operatore, sono:
· Valutare e mirare l’intervento riabilitativo
Potendo visualizzare sul monitor del computer l’interazione paziente-pedana mobile, l’operatore può facilmente evidenziare anomalie funzionali, il controllo posturale del tronco in stazione seduta o ancora, il mantenimento della stazione eretta in condizioni di instabilità progressiva.
· Valutare la sensibilità propriocettiva
Il sistema Pro-Kin è in grado di fornire una valutazione oggettiva della sensibilità propriocettiva, intesa come valutazione della percezione che il soggetto ha del proprio atto motorio.
La valutazione della sensibilità propriocettiva permette al terapista di capire se il paziente recupera gradualmente la percezione del proprio movimento; grazie a queste periodiche valutazioni il terapista può decidere di modificare il suo intervento riabilitativo.
· Modificare la resistenza attiva della pedana mobile
La resistenza attiva della pedana mobile può essere modificata grazie ad un sistema di pistoni oleodinamici. Questo consente al terapista di introdurre anche un lavoro muscolare, modificabile in funzione del carico di lavoro richiesto.
Tale resistenza attiva può essere modificata settorialmente, permettendo un intervento diversificato in relazione alle specifiche necessità d’intervento.
· Intervenire con esercizi a carico programmato
Per dare progressione all’intervento riabilitativo, è opportuno fornire al paziente indicazioni precise riguardanti il carico articolare. Il sistema Pro Kin permette di programmare un intervento riabilitativo a carico progressivo, molto utile soprattutto nella fase acuta post-traumatica, in cui non si vuole caricare eccessivamente le articolazioni ed accentuare eventuali stati infiammatori
L’attrezzo
La Pedana Mobile Elettronica trova essenzialmente quattro principali applicazioni:
1. Riabilitazione Post-Traumatica, sia per il recupero di semplici distorsioni legamentose,
con relativa instabilità capsulo-legamentosa, che per traumi di entità più seria.
2. Riabilitazione neurosensoriale o psicomotoria, per i soggetti che hanno fondamentalmente
una difficoltà nell’organizzazione motoria dovuta essenzialmente a carenze percettive di
natura cinestesica e/o ad una incapacità nell’elaborare i dati provenienti dal canale visivo.
3. Neuroriabilitazione in età geriatria, in pazienti affetti da emiplegia potenziando ed ampliando
enormemente l’esercizio terapeutico.
4. Prevenzione in ambito sportivo, evitando possibili recidive di infortuni che possono
prolungare ulteriormente l’inattività dell’atleta